Il Reggio Emilia Approach è un approccio pedagogico per la scuola dell’infanzia nato durante il secondo dopoguerra nella zona agricola che circonda Reggio Emilia. Mentre la comunità stava cominciando a riprendersi dal conflitto e dalla distruzione portati dalla guerra del periodo della dittatura fascista, un gruppo di genitori si unì per creare un asilo utilizzando macerie ed equipaggiamenti della guerra, trasformando i macchinari e le conseguenze del conflitto tramite la solida speranza in un nuovo capitolo nella vita dei propri figli. Altri cittadini e agricoltori contribuirono al processo di costruzione e in questo modo fu creato l’asilo, gestito e sostenuto dalla comunità.
Questo processo democratico attrasse un insegnante, Loris Malaguzzi, che sarà coinvolto nel progetto dal 1946 fino alla fine della sua vita nel 1994. Loris Malaguzzi introdusse numerose innovazioni educative, fra cui la presenza di un atelierista (un insegnante con una formazione artistica) in ogni scuola, cosicché il processo di acquisizione di conoscenze dei bambini potesse includere la poetica e i linguaggi metaforici oltre che i linguaggi causa–effetto della logica. Per oltre 20 anni Loris Malaguzzi, i genitori, gli insegnanti e gli atelieristi di Reggio Emilia, resero visibili le teorie e l’apprendimento dei bambini attraverso una documentazione attenta ed esteticamente ricca. Misero proprio questa al centro dei loro tentativi di ottenere un accordo con il Comune di Reggio Emilia, che nel 1963 firmò un accordo per la presa in gestione le scuole.
L’approccio è basato su valori specifici, quali la forte immagine del bambino come titolare di diritti e come cittadino dotato di 100 linguaggi espressivi. Il ruolo degli educatori è quello di ascoltare gli interessi dei bambini e mostrare supporto ai loro ragionamenti tramite l’offerta di esperienze, materiali e provocazioni ai loro processi di apprendimento. Materiali riciclati sono selezionati in uno spazio simile ad una galleria d’arte, chiamata Remida, nel quale scuole, famiglie e altri cittadini ottengono materiali di recupero con cui creare, a scuola e in famiglia. Oggi le 21 scuole dell’infanzia (3-6 anni) e i 12 nidi (0-3 anni) di Reggio Emilia continuano a sviluppare questo progetto educativo della Città, di cui un valore fondamentale è il lavorare con i “linguaggi” dei materiali. Ogni anno persone da tutto il mondo arrivano a Reggio Emilia per gruppi di studio durante i quali le scuole dell’infanzia municipali e i nidi sono aperti a partecipanti e delegati che prendono parte a presentazioni di pedagogisti e atelieristi con esperienza, visitano Remida, le mostre di indagini documentate al Centro Loris Malaguzzi e si immergono nell’atmosfera di una città in cui le voci dei bambini sono apprezzate e le tracce del loro pensiero sono ovunque.
(Per ulteriori informazioni: www.reggiochildren.it)
Perché una scuola dell’infanzia Reggio inspired a Samora Machel?
Nel 2017 due cittadini sudafricani, Mzi Ndzuzo and Sbosh Mepeni, hanno visitato Reggio Emilia grazie ad un programma di scambio culturale. Mzi e Sbosh sono tra i fondatori di un’organizzazione non-profit chiamata Ubuntubethu che si trova nell’insediamento informale di Samora Machel, parte del quartiere periferico di Philippi, a Cape Town, dove i due hanno identificato la necessità di un Centro per lo Sviluppo della Prima Infanzia. La loro visita a Reggio Emilia ha incluso anche un incontro con alcuni funzionari del Comune che hanno condiviso con loro le storie della forte relazione di solidarietà di Reggio Emilia con Samora Machel, il primo Presidente del Mozambico libero, e con Oliver Tambo, il primo presidente dell’African National Congress (ANC), il partito sudafricano al governo dal post-Apartheid ad oggi. Negli anni ’70, infatti Reggio Emilia fu la prima città europea a firmare un protocollo d’intesa con l’ANC. Mzi e Sbosh hanno avuto modo di vedere una copia di questo storico documento negli archivi del Comune e hanno festeggiato con i funzionari la storica amicizia tra Reggio Emilia e l’Africa del Sud. Visitando gli asili municipali e i centri per la prima infanzia di Reggio Emilia, Mzi e Sbosh ne sono rimasti profondamente toccati e hanno deciso di portare il Reggio Emilia approach all’educazione dell’infanzia nel progetto del centro che intendono aprire nel loro quartiere, convinti che Samora Machel e Oliver Tambo veglieranno su di esso, visto che la strada principale di Samora Machel si chiama proprio Oliver Tambo Drive! Scopri di più qui